Filippo Robboni
Robboni mette a fuoco il tema dell'indagine conoscitiva attraverso la pittura del corpo. Il mezzo tecnico è quello, affinatissimo, del linguaggio classico figurativo che serve ad affermare non già un realismo o un iperrealismo ma il superamento, lo svelamento, lo smascheramento della realtà, sulla spinta di un'indicazione visionaria, intesa nel senso di visione mentale. Un'insistenza sulla natura distopica e scomposta che la realtà può offrire di se stessa, è messa in evidenza con lancinante chiarezza anche dal recente ciclo realizzato dall'artista. Il che dimostra quanto un linguaggio pittorico lucido sia in grado di mettere a fuoco problematiche estremamente complesse. Giovanna Grossato
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Robboni focuses on cognitive investigation through the representation of the body. His medium is a highly defined one, classical figurative painting, which is employed not to affirm realism or hyperrealism, but the overcoming, the unveiling, the unmasking of reality, driven by a visionary, mental vision. His interest in the dystopian and decomposed nature that reality can offer of itself is highlighted with excruciating clarity by the recent series of paintings. This demonstrates how a lucid pictorial language can focus on extremely complex problems. (Giovanna Grossato)
Nelle opere di Filippo Robboni (Novara, 1980) ricorre la rappresentazione della figura umana, attraverso la quale egli affronta temi di carattere esistenziale, passando da icone classiche della storia dell’arte a immagini del quotidiano. Nelle opere di Robboni il corpo e le figure, rappresentate apparentemente al massimo livello di esattezza, risultano come corrotte da dettagli inquietanti, inseriti come se si trattasse di un collage, e bloccate in pose stranianti. Le figure umane sono portate al massimo della tensione. I corpi sono sospesi tra sussistenza e sfaldamento e sono sottoposti a torsioni, frammentazioni, rotazioni. I volti sono colti in espressioni e gesti ambigui, spezzati da geometrie irregolari. In alcuni casi l’approccio di Robboni è teso al confronto, omaggiante e al tempo stesso irriverente, con la tradizione pittorica: il risultato è la manomissione di ritratti di personaggi iconici della storia dell’arte attraverso inserimenti stranianti che ne alterano la compostezza delle pose. I volti realizzati da Robboni si trasformano in immagini perturbanti ed enigmatiche, che entrano in collisione con la tradizione del ritratto come genere pittorico. Robboni pone al centro della sua ricerca le contraddizioni e le fragilità della psiche dell’individuo oltre che la profondità dell’animo umano, il tutto attraverso immagini che rimandano ad una umanità quasi sfigurata dal silenzio angosciante che la circonda, un’umanità lugubre che incupisce chi la guarda.
Tommaso Lonedo (Schio, maggio 2024)
Biografia
Filippo Robboni nasce nel 1980 a Novara. Si diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Partecipa a numerose collettive e a prestigiosi premi d’arte (nel 2004 è finalista del Premio Cairo). Gli sono state dedicate mostre personali e i suoi dipinti sono presenti in alcune collezioni e fondazioni italiane dedicate alla pittura. Filippo Robboni vive e lavora a Milano.
Filippo Robboni was born in 1980 in Novara. He graduated in Painting at the Brera Academy of Fine Arts. He participates in numerous group exhibitions and prestigious art prizes (in 2004 he was a finalist for the Cairo Prize). Personal exhibitions have been dedicated to him and his paintings are present in some Italian collections and foundations dedicated to painting. Filippo Robboni lives and works in Milan.